PLAZA

Si dice spesso che 3 è il numero perfetto, come dare torto alla cabala in questo caso, di fronte alla terza fatica sulla lunga distanza dei Quilt, a titolo ‘Plaza’. I nostri hanno affilato le armi, rendendo ancora più plastica la loro musica, che sembra adagiarsi su un leggiadro letto folk-pop psichedelico, che pur rievocando le memorie flower power non manca di riportarci all’attualità. Le chitarre sanno essere allo stesso docili pur approntando decise innovazioni al decano stile acid-rock, gli arpeggi di sintetizzatore ed i suadenti tocchi d’organo fanno poi il resto, preparandoci ad un viaggio onirico come pochi. I flauti e le arpe, unitamente ad un quartetto d’archi e a un gran piano non hanno la pretesa di riesumare scenari barocchi, quanto di offrire una maggiore profondità a quella che è la loro visione neo-lisergica. Un disco che sa essere intimista e necessariamente creativo, rispondendo all’urgenza dei giorni nostri con un clima d’insieme disteso. La forza è nella varietà delle composizioni e nel timbro soave della vocalist Anna Fox Rochinski, che ci conduce per mano nel suo paese delle meraviglie, ingannandoci anche sul reale luogo delle operazioni. Nessuno infatti direbbe che i nostri siano di Boston, tanta la vicinanza con le vibrazioni della solare California.